Famiglia e tipi di linguaggio

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Bentornati! Siamo giunti al penultimo dei nostri vocabolari tematici, oggi dedicato al tema della famiglia e ai vari tipi di linguaggio, utilissimi quando dobbiamo rivolgerci a un superiore o a una persona che non conosciamo. Cominciamo!

QUANTI SIETE IN FAMIGLIA?
Quando in giapponese vi viene chiesto il numero di membri della vostra famiglia, solitamente si intende il numero di familiari che vive sotto uno stesso tetto; questo vuol dire che anche voi siete compresi nel conteggio!
Quindi, alla domanda

ご家族は何人ですか。
Gokazoku wa nan nin desu ka?
Quanti siete in famiglia?

Bisognerà rispondere in questo modo:

家族は私を入れて、~人です。
Kazoku wa watashi wo irete ~nin desu.
In famiglia siamo ~ persone, me compreso.

Dove al posto della tilde (ondina) va indicato il numero di componenti.

LA MIA FAMIGLIA
In Giapponese vengono usati termini diversi a seconda se ci si riferisce ai membri della propria famiglia o a quella di un’altra persona. Questo si collega direttamente a una questione di rispetto da cui deriva il linguaggio cortese di cui parleremo tra poco. Vediamo quindi quali sono i termini utilizzati per indicare i membri della propria famiglia!

  • 両親 (りょうしん ryōshin): genitori
    • (はは haha): mamma
    • (ちち chichi): papà
  • 兄弟 (きょうだい kyōdai): fratelli
    • (おとうと otōto): fratello minore
    • (あに ani): fratello maggiore
  • 姉妹 (しまい shimai): sorelle
    • (いもうと imōto): sorella minore
    • (あね ane): sorella maggiore

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LA FAMIGLIA DEGLI ALTRI
Vediamo ora come i termini studiati nel paragrafo precedente si trasformano per indicare i membri della famiglia di un’altra persona, ad esempio un nostro amico o conoscente!

  • ご両親 (ごりょうしん goryōshin): genitori
    • お母さん (おかあさん okaasan): madre
    • お父さん (おとうさん otōsan): padre
  • ご兄弟 (ごきょうだい gokyōdai): fratelli
    • 弟さん (おとうとさん otōtosan): fratello minore
    • お兄さん (おにいさん oniisan): fratello maggiore
  • ご姉妹 (ごしまい goshimai): sorelle
    • 妹さん (いもうとさん imōtosan): sorella minore
    • お姉さん (おねえさん onēsan): sorella maggiore

QUESTIONE DI RISPETTO
Perché bisogna utilizzare termini diversi a seconda se ci stiamo riferendo alla nostra famiglia o a quella di qualcun altro? Questa dinamica si collega direttamente al linguaggio onorifico e al concetto di 内 (うち uchi) e 外 (そと soto). Uchi significa “dentro” ed indica quella categoria di persone a noi più vicine, come familiari e amici intimi. Queste persone sono considerate sul nostro stesso livello, pertanto possiamo riferirci a loro parlando in forma piana o cortese (di cui abbiamo già parlato in questo articolo). Le persone della categoria soto (“fuori”), invece, sono considerate estranee al gruppo precedente e, in quanto tali, bisogna mantenere una certa distanza con esse, utilizzando un linguaggio più rispettoso e onorifico. È qui che entra in gioco il keigo!
Come abbiamo accennato qualche articolo fa, il 敬語 keigo è un complesso sistema di espressioni particolari con le quali si riesce a esprimere rispetto verso il nostro interlocutore. Questo tipo di linguaggio è diviso in tre categorie di base:

  • 丁寧語  (ていねいご teineigo): espressioni cortesi
  • 尊敬語 (そんけいご sonkeigo): espressioni onorifiche
  • 謙譲語 (けんじょうご kenjōgo): espressioni umili

Il teineigo altro non è che la forma in desu/masu utilizzata quotidianamente, mentre il sonkeigo viene utilizzato per esprimere rispetto verso un interlocutore o una terza persona che consideriamo a noi superiore (un insegnante, un datore di lavoro etc) “elevandolo” di un gradino sopra di noi. Anche il kenjōgo viene utilizzato per mostrare rispetto verso un superiore, ma in maniera diversa; in questo modo il parlante si auto-umilia ponendosi ad un grado di inferiorità nei confronti dell’interlocutore o della terza persona. È per questo motivo che il kenjōgo si usa esclusivamente per parlare in prima persona o di cose che riguardano il parlante e la sua categoria uchi.

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Finisce qui il nostro vocabolario legato alla famiglia e al linguaggio onorifico! Nel prossimo articolo torneremo sui banchi di scuola, ma non temete: le lezioni sono finite e possiamo finalmente dedicarci alle attività dei club doposcuola! Non mancate, mi raccomando!
A presto,

Lilolilosa 


Fonti bibliografiche:
Yoko Kubota, Grammatica di giapponese moderno, Venezia, Cafoscarina, 1989
Simone Dalla Chiesa (a cura di), Shin Bunka Shōkyu Nihongo 2, Venezia, Cafoscarina, 2004.