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I romanzi per cellulare

22 Agosto 2019

Benvenuti a un nuovo appuntamento di Pillole di Giappone, la nostra rubrica dedicata alla lingua e alla cultura giapponese! Oggi parleremo di un fenomeno che non è riuscito a mantenere la popolarità degli esordi, nonostante abbia segnato notevolmente la letteratura e la pop culture; stiamo parlando dei keitai shōsetsu! Per scoprire cosa sono e come sono nati, partiremo analizzando la trama di Deep Love – Ayu no Monogatari (titolo originale アユの物語 Ayu no Monogatari, “la storia di Ayu”), seinen disegnato da Yū Yoshii e basato sull’omonimo keitai shōsetsu di Yoshi.

keitai

Copertina del primo volume. © Yū Yoshii/Kōdansha.

TRAMA
La trama del manga rispetta fedelmente quella del romanzo da cui trae origine. Ayu, la protagonista, è una liceale che ha perso ogni passione per la vita e va avanti solo per i soldi, guadagnati attraverso la prostituzione, con i quali può permettersi di comprare gadget superflui e vestiti alla moda. La sua visione della vita cambierà tuttavia dopo l’incontro con una vecchietta, che cercherà di insegnarle il vero significato della vita e dell’amore puro e disinteressato.

LE ORIGINI
Arriviamo quindi all’affannoso quesito: cosa sono esattamente i 携帯小説 keitai shōsetsu? Presto detto: si tratta di romanzi particolari, scritti e leggibili su cellulare, che hanno preso piede nella pop culture nella prima metà degli anni Duemila. Oltre al fatto di essere scritti e diffusi su dispositivi mobili, la loro particolarità sta nell’essere redatti un po’ per volta, come una sorta di romanzo a puntate, e pubblicati tramite appositi siti e forum consultabili tramite telefonino. Una grande importanza è inoltre data al ruolo dei lettori, che di volta in volta possono postare commenti ai capitoli pubblicati, influenzando così il corso dell’opera. Il successo di alcuni di questi romanzi ha addirittura portato alla loro pubblicazione cartacea e alla creazione di adattamenti cinematografici e/o a fumetti! È il caso del sopra citato Deep Love (ディープ ラブ Dīpu Rabu), scritto da un docente di liceo sotto lo pseudonimo Yoshi, che ha dato via al boom di questo nuovo genere letterario; o ancora di Mika, autrice del best seller Koizora (恋空 Koizora), opera in cui la protagonista stessa è autrice di keitai shōsetsu e in cui il cellulare la fa da padrone.

CARATTERISTICHE GENERALI
Ma come veniva scritto un romanzo da (e per) cellulare di successo? Trattandosi di un genere il cui scopo era anche di avvicinare il pubblico femminile alla tecnologia (in quegli anni considerata in Giappone come una “cosa da maschi”), bisognava tenere a mente alcune regole fondamentali che attraessero il gentil sesso e portassero allo stesso tempo a una sorta di omologazione dei vari romanzi pubblicati. Per prima cosa, in un romanzo era di assoluta importanza porre l’enfasi necessaria sulle prime righe del racconto, tramite le quali l’autore doveva evocare un sentimento sufficientemente forte da interessare subito le potenziali lettrici. Le storie si diramavano solitamente seguendo temi semplici ma forti ed evocativi, come grandi amori senza lieto fine, malattie, casi di prostituzione, etc. Anche i personaggi dovevano essere pochi e facili da interpretare; solitamente i protagonisti sono una ragazza e un ragazzo alle prese con la loro vita da liceali, i quali intrecciano le loro esistenze attraverso struggenti storie d’amore.
Il linguaggio era un’altra caratteristica da tenere a mente quando si scriveva un keitai shōsetsu; per essere comprensibile a un vasto bacino di lettrici doveva essere semplice e diretto, con una maggiore quantità di dialoghi rispetto alle descrizioni. Solitamente si trattava di un racconto narrato al presente, che non presentava una precisa collocazione geografica in modo da far meglio immedesimare le lettrici nella protagonista.

keitai

Una scena tratta dall’adattamento televisivo di Koizora. Di JapanLove – screenshot catturato da JapanLove, Copyrighted, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=3981577

NON SOLO ROMANZI!
Come abbiamo accennato in precedenza, il successo dei keitai shōsetsu ha portato a un vero e proprio boom del genere, tanto da spingere gli autori delle opere a pubblicarle anche in versione cartacea; Yoshi, ad esempio, arrivò al successo editoriale tramite un sistema di stampa on demand in cui la copia del libro viene stampata solo in base alla pre-ordinazione del cliente. Anche Mika, altra autrice citata, ha visto la sua opera Koizora approdare su carta e vendere, per altro, numerosissime copie. Ma il successo dei keitai shōsetsu non si è fermato ai libri! Le storie sono state adattate in numerosi modi, e da esse sono stati tratti manga, film, anime, e persino drama televisivi, per un perfetto connubio e intreccio di media diversi. Cavalcando l’onda del successo dei keitai shōsetsu sono nati anche prodotti affini, come ad esempio i film per cellulari, protagonisti del Pocket Film Festival, e la stesura e diffusione di keitai shōsetsu dedicati ai ragazzi, che presentano temi più affini ai gusti degli adolescenti in modo da avvicinare il genere anche a un pubblico maschile.
Nonostante ciò, quello dei keitai shōsetsu è stato un successo temporaneo che ha visto il suo fiorire nei primi anni Duemila per poi subire un declino repentino. Chissà che in futuro non si ripresenti un nuovo fenomeno analogo!

Dopo questo viaggio nel genere dei romanzi per cellulare, concludiamo con le consuete anticipazioni! Non mancate quindi al prossimo appuntamento, dove torneranno i vocabolari tematici, questa volta dedicati all’abbigliamento!

A presto,

–Lilolilosa


Fonti web
https://www.animeclick.it/manga/9660/deep-love

Fonti bibliografiche
Maria Roberta Novielli, Paola Scrolavezza, Lo Schermo Scritto. Letteratura e cinema in Giappone, Venezia, Cafoscarina, 2014.

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Filed Under: Archivio, News Tagged With: cultura giapponese, keitai shōsetsu, pillole di Giappone, pop culture

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