La letteratura di Osamu Dazai

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Ben tornati al consueto appuntamento con Pillole di Giappone! Questa volta ci concentreremo sulla letteratura giapponese, analizzando lo stile e le opere di Osamu Dazai, uno degli scrittori più importanti del Buraiha 無頼派, il decadentismo giapponese caratterizzato da uno spirito di ribellione verso la società e verso le norme letterarie tradizionali. Come qualcuno di voi già saprà, Dazai è anche protagonista del manga pubblicato da Panini Comics Bungō Stray Dogs (文豪ストレイドッグス Bungō sutorei doggusu, lett. “Cani randagi maestri di letteratura”), scritto da Kafka Asagiri e illustrato da Sango Harukawa.

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Copertina italiana del primo volume. © Panini Comics/Planet Manga.

TRAMA
La storia si apre con Atsushi Nakajima, un giovane cacciato dall’orfanotrofio in cui viveva, che sul ciglio di un fiume salva un uomo dall’annegamento; si tratta di Osamu Dazai, che era entrato volutamente nel fiume con l’intento di suicidarsi. Il giovane Atsushi viene così a conoscenza dell’Agenzia di Detective Armati, per la quale lavorano anche Dazai e il suo partner Kunikida; si tratta di un’agenzia investigativa formata da individui con poteri sovrannaturali che si occupano di casi troppo rischiosi per la polizia o i militari.
La particolarità dell’opera sta proprio nella caratterizzazione dei personaggi principali: hanno tutti nomi di autori celebri della letteratura giapponese (e non), e i loro poteri derivano dalle opere degli scrittori di cui portano il nome.

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Osamu Dazai (anni quaranta).

OSAMU DAZAI: LA VITA
Ma chi era il vero Osamu Dazai? Nato il 19 giugno 1909, Shūji Tsushima (vero nome dello scrittore) era figlio di ricchi proprietari terrieri. Si iscrive al dipartimento di letteratura francese dell’Università di Tōkyō, pur non concludendo gli studi a causa del suo carattere dissoluto e libertino che lo condurrà a tentare più volte il suicidio (notate qualche somiglianza con il manga?).
Anziché darsi alla carriera di detective come il suo omonimo, esordisce come scrittore negli anni Trenta con una raccolta di racconti intitolata 晩年 Bannen, in italiano “Gli ultimi anni”, nella quale iniziano a delinearsi quelle che, come vedremo tra poco, saranno le caratteristiche comuni nelle sue opere. Tra rielaborazioni di storie legate al folklore nipponico e racconti per l’infanzia, si fa strada nel mondo della letteratura grazie a due opere: Il sole si spegne (斜陽 shayō) e Lo squalificato (人間失格 ningen shikkaku), dalla quale prende il nome il potere legato al suo alter ego in 2D. Il sogno di quest’ultimo, ovvero compiere un doppio suicidio d’amore gettandosi nel fiume, viene messo in atto nel 1948 dal vero Dazai, quando a causa della depressione il 13 giugno si getta nelle acque del Tamagawa assieme alla sua amata.

STILE DELLE OPERE
Le opere di Dazai vengono solitamente scritte in prima persona, in modo da mescolare e confondere la figura del narratore-protagonista con quella dell’autore vero e proprio. Nella letteratura giapponese, romanzi con questa caratteristica vengono definiti 私小説 shishōsetsu (“romanzo dell’io”): si tratta di un genere in cui l’autore racconta elementi privati della propria vita, anche se in maniera fittizia facendoli propri dei protagonisti delle opere.
Nel caso di Dazai, questo schema viene ripetuto in tutti i suoi romanzi e racconti, in modo da poter lasciare tracce e indizi che aiutano a capire non solo episodi della propria vita, ma anche i suoi pensieri e considerazioni circa determinati temi. Il legame tra autore e storia diventa così ancora più importante di ciò che avviene tra i personaggi.
La narrazione è il suo vero punto di forza, tanto da essere acclamato dalla critica come erede di un’antica arte recitativa in cui era lasciato molto spazio all’abilità dell’oratore: il rakugo.

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Copertina del primo volume di Ningen Shikkaku. © Usamaru Furuya/Shinchosha

LO SQUALIFICATO: CINEMA E MANGA
Tra le opere di Dazai, quella che è stata maggiormente adattata e citata in altre è sicuramente “Lo Squalificato”. Questo romanzo è diviso in tre sezioni in cui il protagonista, Yōzō Ōba, racconta vicende legate alla propria vita fino ai vent’anni di età, vicende che hanno moltissimi punti in comune con la vita dell’autore stesso.
Gli adattamenti dell’opera sono iniziati nel 2009, per il centenario della nascita dell’autore e uno dei primi è stato il film d’autore Ningen Shikkaku – The Fallen Angel, diretto dal regista Genjiro Arato e proiettato nelle sale nel 2010. Una nuova versione del film è prevista per settembre 2019, e questa volta sarà diretta dalla regista e fotografa Mika Ninagawa. Parlando invece di anime, “Lo Squalificato” è stato protagonista dei primi quattro episodi della serie Aoi Bungaku, un ambizioso progetto anime di 12 episodi in cui vengono adattati sei racconti brevi ispirati a opere della letteratura giapponese.
Tra le varie versioni a fumetti, invece, una delle più interessanti è sicuramente quella realizzata da Usamaru Furuya; la particolarità di quest’opera è che non si tratta di una semplice trasposizione, ma di una vera e propria reinterpretazione personale del romanzo di Dazai, ambientato però ai giorni nostri.

Finisce qui questo breve ma intenso viaggio nella letteratura giapponese. Appuntamento al prossimo articolo in cui continueremo a parlare di onomatopee! Questa volta ci concentreremo sui gitaigo, ovvero le particolarissime parole che descrivono i “suoni” di emozioni e sensazioni. Continuate a seguirci!

A presto,

Lilolilosa


Fonti web:
https://www.animeclick.it/manga/14425/bungo-stray-dogs
https://www.nippop.it/it/animanga-visual-pop/blog/jmagazine/animanga/dazai-x-furuya-il-restyling-manga-di-lo-squalificato
https://web.archive.org/web/20181203184349/https://www.cinematoday.jp/news/N0105313

Fonti bibliografiche:
Luisa Bienati, Paola Scrolavezza, La narrativa giapponese moderna e contemporanea, Venezia, Marsilio Editori, 2015.