La Takarazuka Revue e la nascita del genere shōjo

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Ben ritrovati! In questo nuovo appuntamento con Pillole di Giappone parleremo di una compagnia teatrale tutta al femminile, ovvero la Takarazuka Revue! Data la stretta correlazione con la nascita e lo sviluppo degli shōjo manga, faremo partire la nostra analisi da un’opera del “Dio del manga” Osamu Tezuka: stiamo parlando de La Principessa Zaffiro (リボンの騎士 Ribon no kishi, letteralmente “Il Cavaliere del nastro”), manga edito in Italia da Hazard Edizioni.

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Copertina del terzo volume del manga. © Osamu Tezuka/Hazard Edizioni

TRAMA
L’opera narra la storia della principessa Zaffiro, figlia dei reali del paese di Silverland nata con un cuore maschile e uno femminile a causa dello scherzo di un angelo dispettoso. Poiché la successione al trono è riservata solo agli eredi maschi, i genitori decidono di far passare la piccola per un principe; questo per evitare che il malvagio duca Duralmin, fratello del re e parente più prossimo alla successione, salga al trono e opprima il popolo. La nostra eroina dovrà quindi dividere le sue giornate tra momenti pubblici, in cui deve fingersi uomo, e quelli privati in cui può comportarsi liberamente da ragazza.

UN TEATRO AL FEMMINILE
Come sosteneva lo stesso Tezuka, La Principessa Zaffiro è un’opera fortemente ispirata al Teatro Takarazuka di cui il mangaka era un grandissimo fan, tanto da inserire numerosi riferimenti nell’opera stessa: in una vignetta, ad esempio, si vede la giovane Zaffiro cantare una canzone tratta dal repertorio della compagnia teatrale. Ma di cosa si tratta esattamente?

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Locandina teatrale dello spettacolo “Phantom”.

La Takarazuka Revue (宝塚歌劇団 Takarazuka Kagekidan) è una compagnia teatrale interamente femminile con sede nella città di Takarazuka, nella prefettura di Hyōgo. È stata fondata nel 1914 da Ichizo Kobayashi, presidente delle Ferrovie Hanyū, per incrementare le vendite di biglietti ferroviari della sua azienda. La città di Takarazuka è infatti il capolinea di una linea ferroviaria che parte da Osaka, e per questo motivo Kobayashi pensava di poterla trasformare in un luogo turistico ideale per attirare un maggior numero di visitatori.
In questo periodo in Giappone erano sempre più in voga gli spettacoli teatrali di stampo occidentale e Kobayashi pensò quindi di creare una compagnia tutta sua. Il colpo di genio fu di reclutare sole attrici donne, in contrasto con quanto avveniva nel teatro nō e kabuki in cui gli attori erano esclusivamente uomini, anche nell’interpretazione di ruoli femminili. L’obiettivo era quello di offrire un intrattenimento teatrale adatto a tutte le famiglie.
La principale caratteristica di questa compagnia è quindi la totale assenza di attori maschi. Le attrici che interpretano ruoli maschili vengono definite 男役 otokoyaku (lett. “ruolo maschile”), mentre le 娘役 musumeyaku (lett. “ruolo della figlia”) interpretano ruoli femminili. Le Takarasienne iniziano il loro percorso di formazione insieme, per poi essere divise in otokoyaku e musumeyaku alla fine del loro primo anno in Accademia.
La Takarazuka Revue ha fortemente influenzato la nascita del genere shōjo, come vedremo nel prossimo paragrafo, ma lo stesso shōjo ha influito largamente sulla compagnia! Basti pensare a Lady Oscar, celebre manga di Riyoko Ikeda, ma anche spettacolo di maggior successo della compagnia teatrale.

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Tavola tratta da La Principessa Zaffiro. © Osamu Tezuka/Hazard Edizioni

EROINE ALLA RISCOSSA
La Principessa Zaffiro e la Takarazuka Revue sono i due principali capisaldi del genere shōjo, nato all’inizio del XX secolo e reso popolare dalle opere del “Dio del manga”. Prima della creazione di questo genere i manga “per ragazze” consistevano in storie semplici e autoconclusive, mentre ora vengono create storie complesse in cui l’enfasi viene posta sull’aspetto psicologico dei personaggi e che possono avere molteplici temi di sviluppo. Solitamente al centro delle narrazioni vengono rappresentate figure femminili quasi eteree, dai corpi esili e dai grandi occhi scintillanti; non mancano infine i monologhi, utili a rappresentare le vere emozioni dei personaggi.
Tra i primi autori di shōjo compaiono principalmente uomini, ma dagli anni Sessanta iniziano a farsi strada moltissime autrici di talento; una fra tutte, la “Regina dei manga” Rumiko Takahashi, celebre non solo per i suoi shōjo ma anche per numerosissimi manga shōnen. Menzione speciale va ad un gruppo di autrici chiamate complessivamente “Gruppo dell’anno 24”, poiché nate tutte nell’anno 24 dell’era Shōwa (ovvero nel 1949); la più celebre di questo gruppo è sicuramente Riyoko Ikeda, che con il suo Lady Oscar, seguendo le orme di Tezuka e della Principessa Zaffiro, ha rivoluzionato l’immaginario delle eroine nei manga.
Con lo sviluppo di questo genere fumettistico, vengono inseriti sempre più elementi che, ibridando lo shōjo, conducono alla nascita di nuove tipologie di narrativa a fumetto; l’aggiunta di elementi magici ha portato alla nascita del majokko, genere portato all’apice negli anni Novanta da Naoko Takeuchi e dalle sue “combattenti vestite alla marinara” che ancora oggi sono un importante modello di riferimento per grandi e piccine.

Dopo questo viaggio alla scoperta della Takarazuka Revue e del genere shōjo, Pillole di Giappone vi porta alla scoperta delle onomatopee, un aspetto fondamentale non solo dei manga ma della stessa lingua giapponese. Mi raccomando, non mancate!
Prima di lasciarci però, un importante reminder: sabato 13 e domenica 14 aprile troverete lo staff della MangaSchool a Venezia Comics al Forte, dove potrete anche seguire un workshop di inchiostrazione tenuto dalla nostra docente Nicole Canziani! Vi aspettiamo numerosi!

A presto,

Lilolilosa


Fonti web
https://www.animeclick.it/manga/10324/la-principessa-zaffiro
https://kageki.hankyu.co.jp/english/index.html
http://www.softrevolutionzine.org/2015/manga-shojo-lady-oscar/

Fonti bibliografiche
Maria Roberta Novielli, Animerama. Storia del cinema di animazione giapponese, Venezia, Marsilio Editori, 2015.