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Robotica e pop culture

25 Luglio 2019

Bentornati! In questo nuovo appuntamento di Pillole di Giappone ci immergeremo a capofitto nel mondo dei robot e degli androidi, che ha ispirato tantissime opere tra manga, anime e lungometraggi. Come introduzione al discorso analizzeremo la trama di Ghost in the Shell, conosciuto in patria come 攻殻機動隊 Kōkaku kidōtai (letteralmente “Squadra mobile con corazza offensiva”), capolavoro di Masamune Shirow dal quale è nato un vero e proprio media franchise a cavallo tra fumetto, animazione e live action.

robot

Copertina del volume. © Shirow Masamune/Star Comics.

TRAMA
L’opera, ambientata in un futuristico XXI secolo, narra le imprese della Nona Sezione, squadra speciale della Commissione Nazionale di Pubblica Sicurezza Giapponese specializzata in operazioni in incognito di cyber spionaggio e crimini legati alla tecnologia.  La squadra è capitanata dal maggiore Motoko Kusanagi, donna quasi completamente robotizzata dotata di un cervello umano in un corpo artificiale. Nel corso del manga Kusanagi e la sua squadra dovranno occuparsi della ricerca e della cattura di un cyber-criminale conosciuto come “Il Signore dei Pupazzi” specializzato nel ghost hacking, ovvero nell’irrompere nella mente umana per prenderne il possesso.

Illustrazione di Hajime Sorayama raffigurante una ginoide.

CONTESTO CULTURALE
La nascita di opere fantascientifiche basate sugli androidi e sul tema delle alterazioni corporee affonda le sue radici nel dopoguerra; in questo periodo si diffondono timori sull’utilizzo errato e spropositato di scienza e tecnologia, soprattutto se in mano agli occidentali. L’esempio più lampante di questa concezione è sicuramente Godzilla (ゴジラ Gojira), un terribile 怪獣 kaijū (mostro) nato da esperimenti nucleari condotti nel Pacifico da scienziati americani. Negli anni Novanta si aggiunge anche l’elemento tecnologico, che affascina ma terrorizza allo stesso tempo; basti pensare a Ring, film horror del 1998 diretto da Hideo Nakata in cui gli eventi sono legati a una misteriosa videocassetta. Il progresso tecnologico degli ultimi anni fornisce inoltre un’ulteriore spunto per la creazione di opere sempre più accattivanti e originali, in cui cyborg e androidi la fanno da padrone in manga, anime, film e videogames. Vediamo qualche esempio!
Il “Dio del manga” Osamu Tezuka si inserisce perfettamente in questo contesto, soprattutto grazie alle opere Dororo (di cui un nuovo adattamento anime è stato prodotto recentemente) e Astro Boy. Nella prima opera il protagonista, Hyakkimaru, è un bambino a cui dei demoni hanno sottratto 48 parti del corpo, ma un misterioso dottore gliene dona uno artificiale; il giovane, affiancato dal piccolo Dororo, partirà poi per un lungo viaggio affrontando i demoni e riappropriandosi a poco a poco del proprio corpo originale. Astro Boy, invece, è un bambino meccanico con sentimenti e intelligenza umani che grazie alle sue capacità diventerà il difensore della giustizia contro i criminali.
In ambito cinematografico una spinta al genere è stata data da Shinya Tsukamoto, padre del cyborg body horror cinema e regista di Tetsuo, film in cui un uomo si trasforma gradualmente in un essere biomeccanico. L’illustratore Hajime Sorayama invece padroneggia il genere in ambito artistico, grazie alle sue pin up ginoidi in cui i corpi umani sono affiancati da componenti in metallo. Nell’animazione due dei più importanti registi sono sicuramente Hideaki Anno e Mamoru Oshii, regista della trasposizione anime di Ghost in the Shell e di molti altri film.

MECHA IN AZIONE!
Al discorso su cyborg e androidi si affianca la creazione di opere i cui protagonisti, solitamente bambini o adolescenti, combattono per salvare il destino dell’umanità utilizzando dei mecca-corpi, o mecha. La serie mecha per antonomasia è sicuramente Neon Genesis Evangelion, anime diretto e sceneggiato da Hideaki Anno. Queste storie si basano sul principio del 合体 gattai, che in giapponese significa “combinare i corpi”; i protagonisti, anziché trasformarsi e cambiare la propria forma fisica, si combinano con delle macchine o degli esoscheletri per poi manovrarli dall’interno e utilizzarli durante i combattimenti. Evidente in questo caso è la relazione con la tecnologia e la robotica.
Alla base della cultura pop legata al mondo di androidi e affini vi sono due concetti fondamentali: somiglianza e verosimiglianza, i quali indicano la percezione che abbiamo delle macchine. Prendiamo ad esempio il caso dei robot; se essi hanno alcune caratteristiche simili a quelle di noi umani allora siamo automaticamente portati a simpatizzare per loro. Al contrario, se un robot è estremamente simile agli esseri umani, quindi verosimile, il robot viene visto come una minaccia e provoca repulsione. 

robot

Tavola tratta da Astro Boy. © Osamu Tezuka

ATTENZIONE AI TERMINI!
Abbiamo finora parlato di robot, cyborg e androidi, termini che spesso sono erroneamente confusi tra loro o considerati sinonimi; in realtà vi sono delle sostanziali differenze tra essi ed è importante capirle per non sbagliare!
Un robot è una macchina in grado di svolgere, grazie a una programmazione, un compito automatizzato, e non ha necessariamente sembianze umanoidi; persino gli elettrodomestici che abbiamo in casa possono essere definiti tali!
Gli androidi sono invece robot dalle fattezze umane e con un “piccolo upgrade”: sono infatti dotati di un certo livello di Intelligenza Artificiale. Alcuni di essi hanno fattezze umane estremamente realistiche, come gli Actroid sviluppati dall’Università di Osaka; si tratta di androidi dalla pelle in silicone simili a giovani ragazze e utilizzati in svariati ambiti, tra cui quello pubblicitario. In ambito cinematografico, invece, celebri sono gli androidi di Io, Robot o le ginoidi del più recente thriller Ex Machina.
Infine, con il termine cyborg vengono indicati quegli individui in cui una componente biologica (come il corpo umano) interagisce con una componente elettronico/meccanica; la stessa Motoko Kusanagi di Ghost in the Shell può essere considerata tale. Quest’ultima categoria è forse quella che alimenta di più la fantasia degli artisti e degli appassionati di fantascienza, soprattutto in Giappone!

Termina qui il nostro viaggio attraverso la cultura di robot e androidi, inserita in un più vasto contesto all’insegna della tecnologia e della fantascienza. Cambio di rotta con il prossimo appuntamento di Pillole di Giappone, in cui vi forniremo un vocabolario tematico sulla cucina! Vedremo insieme come indicare in giapponese alcuni degli utensili e degli ingredienti più utilizzati. Pronti per questo viaggio culinario? Vi aspettiamo!

A presto,

–Lilolilosa


Fonti web:
https://www.animeclick.it/manga/9967/ghost-in-the-shell
https://www.metadimensione.it/approfondimenti/differenza-robot-androidi-cyborg-replicanti/

Fonti bibliografiche:
Maria Roberta Novielli, Animerama. Storia del cinema di animazione giapponese, Venezia, Marsilio Editori, 2015.
Paolo Gallina, L’anima Delle Macchine: Tecnodestino, Dipendenza Tecnologica E Uomo Virtuale, Bari, Dedalo, 2015.

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Filed Under: Archivio, News Tagged With: cultura giapponese, pillole di Giappone, pop culture, robotica

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