Animali sacri e dove trovarli!

Nell’articolo precedente ci eravamo addentrati nella mitica fauna del folklore nipponico con Naruto Underground, ma i segreti a riguardo non terminano certamente qui…

Miura Yoshiaki e Kazusa Hirotsune colpiscono la volpe a nove code, Utagawa Kunihisa

Se la storia del povero Yamata no Orochi vi ha sconvolto, non temete. Nonostante l’enorme serpente bianco sia morto sotto i colpi del dio Susano’o, avrà una rivincita in questo articolo. Infatti dovete sapere che il serpente bianco occupa un posto importante nel Giappone del mistero. Se non avete mai sentito parlare delle leggende del serpente albino, ve ne parlerò in questo articolo.

I MESSAGGERI SACRI

Black Bird ©Kanoko Sakurakouji, edizione italiana a cura di Star Comics

A differenza dei poveri rettili maltrattati ed allontanati in occidente, in Giappone sono chiamati 白蛇 (shirohebi) e sono visti come portatori di fortuna e denaro. Pensate addirittura che in Giappone trovare un nido di serpenti sotto la propria casa è segno di grande fortuna e lo shintoismo stesso incoraggia gli abitanti a non distruggere i nidi di questi rettili. Senza contare che si crede siano messaggeri dei kami, un po’ come il demone serpente Kensuke nel manga “Black Bird” dell’autrice Kanoko Sakurakouji, edito in Italia da Star Comics. Anche in questo famoso shojo manga, Kensuke si farà messaggero, riportando alla povera protagonista Misao qual è il destino di un’umana che intraprenderà una relazione con uno yokai. Certamente, Kensuke non è un’antagonista, anzi, aiuta nell’informare Misao e darle nuovi strumenti per affrontare la sua relazione travagliata.

Inoltre i serpenti albini vengono spesso scambiati per i draghi bianchi nel folklore degli animali sacri, ma in realtà hanno due funzioni e due funzioni e due provenienze diverse.

DA PROTETTORI A CYBORG: I DRAGHI

I draghi bianchi sono spesso protagonisti o aiutanti in molti manga, anime e videogiochi. Sono sicura che molti lettori della rubrica conoscano bene sia l’anime che il gioco di carte “Yu-Gi-Oh”, perché lì si trova uno dei draghi bianchi più rinomati. Si tratta proprio del drago bianco Naga: il “Cyber Naga”.

Gioco di carte Yu-Gi-Oh, pubblicato da Konami

Ma se il Cyber Naga può riuscire a farti pescare altre due carte, il Naga del folklore può fare ben di più. La leggenda di questo drago ha provenienza indiana a differenza del folklore del serpente bianco.
Le leggende narrano che il drago Naga era un essere malvagio che però fu convertito da uno dei Buddha, Sakyamuni. La creatura quindi raggiunse l’illuminazione e non solo gli furono affidati i tre gioielli sacri, simboli del Buddhismo, ma venne reso protettore del Buddha. Di conseguenza, protettore dei suoi insegnamenti. Non è raro infatti, trovare statue di draghi nei templi buddhisti.

“La città incantata”, regia di Hayao Miyazaki, edito da Studio Ghibli

Di certo, vi sarà venuto in mente qualche drago che avete trovato in alcuni anime o manga e non sto parlando del drago Shenron del manga “Dragon Ball”.
Protettore, amico e confidente: sto parlando del fedele ハク Haku del film di animazione 千と千尋の神隠し “Sen to Chihiro no kamikakushi”, in italiano “La città incantata”.
Nonostante questi due animali a sangue freddo vengano spesso confusi tra di loro, c’è una bella differenza tra il ruolo di messaggero di Kensuke e quello di difensore di Haku!
Nella famosissima storia di Hayao Miyazaki, Haku può mutare forma che si tratti di trasmutare da drago ad umano o viceversa. Il drago in questo caso è lo spirito del fiume che con l’aiuto della protagonista Chihiro riesce a riottenere il proprio posto.

DA DRAGO A CARPA…O VICEVERSA?

Haku è uno spirito dell’acqua che tenta di riottenere le sue adorate acque.
Le leggende giapponesi ci insegnano che ogni obiettivo è raggiungibile solo lottando ed impegnandosi (anche se ogni tanto un piccolo intervento divino rende tutto più elettrizzante). Tutti dobbiamo partire dal basso per arrivare in alto, quanto è vero tutto ciò!
Così è stato anche per la figura leggendaria del drago. Pensate che spesso questa potente creatura è associata alla molto più piccola figura della carpa. Perché?

“La forma della voce”, regia di Naoko Yamada, edito da Kyoto Animation

Semplice, entrambi questi animali sono visti come sinonimo di rinascita sia spirituale che intesa nella nostra vita concreta. L’esempio più calzante è quello del film聲の形 “Koe no katachi”, in italiano “La forma della voce” manga di Yoshitoki Oima, edito in Italia da Star Comics. “La forma della voce”, storia del bullismo subito dalla ragazza non udente Shoko Nishimiya da parte del protagonista Shoya Ishida. Animale ricorrente nella trama è proprio la carpa koi 锦鲤 nishikigoi, in particole le carpe di un canale a cui i protagonisti si recano spesso portando del pane per lanciarlo a questi pesci.

Come la leggenda che narra di una carpa koi così caparbia da nuotare per kilometri controcorrente e viene così benedetta dai kami e tramutata in drago, anche i protagonisti dovranno lottare tra le difficoltà dell’adolescenza per riuscire a “rinascere”.

Proprio come Shoko e Shoya anche noi possiamo riuscire a nuotare controcorrente. E chissà se riusciremo a trovare il favore dei kami e trasformarci in draghi…

 

またね!


FONTI FOTOGRAFICHE:

  • https://bato.to/chapter/97384
  • https://images.everyeye.it/img-articoli/la-citta-incantata-infinita-magia-film-ghibli-premio-oscar-v7-47542.jpg
  • https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/518xtpG%2BHBL._AC_.jpg
  • https://data.ukiyo-e.org/mfa/images/sc162929.jpg
  • https://images.everyeye.it/img-articoli/la-forma-voce-recensione-dell-anime-naoko-yamada-v3-35554.jpg

FONTI WEB:

FONTI BIBLIOGRAFICHE: 

  • “Kojiki: un racconto di antichi eventi”, a cura di Paolo Villani, edizione Letteratura universale Marsilio