Il teatro dei demoni

teatro dei demoni

Bentornati, amici! Nel primo articolo ci siamo addentrati nello scenario, ma questa volta incontreremo qualcuno dei suoi abitanti ed inizieremo dai più pericolosi, ovvero gli 鬼 “oni”.

“Shuten doji”: xilografia di Utagawa Yoshitsuya, 1822-1866

Che cosa sono gli oni? Sono demoni, una sorta di sottocategoria degli 妖怪 “yōkai”, di cui abbiamo già parlato in alcuni articoli precedenti. Rinfreschiamo comunque la memoria, gli yōkai racchiudono in generale una vasta categoria di spiriti e manifestazioni demoniache che possono essere più o meno buone. A loro differenza, gli oni sono veri e propri bruti dall’indole che di “buono” ha veramente poco. Per chi è appassionato di videogiochi, diciamo che gli oni sono un po’ i “tank” degli yokai e spiegato in poche parole significa che sono i più grossi, i più spaventosi e hanno più zanne che capelli in testa.

L’INTERPRETAZIONE: DAI “PACIFICI” ONI DI LAMÙ…

Lamù ©Rumiko Takahashi, edizione italiana a cura di Star Comics

Ovviamente l’interpretazione della figura folkloristica degli oni varia da storia a storia e da autore ad autore.
Una degli oni più famosi nel panorama manga e anime è sicuramente la vivace Lamù. Ebbene sì, si tratta proprio di un demone! La possiamo riconoscere dal costume di pelle di tigre e dalle corna. Perché il costume di pelle di tigre?
Semplice, provate ad immaginare un homo sapiens e di cosa si poteva vestire per gironzolare fuori dalla sua caverna. Di pelli, no?
Nel folklore giapponese gli oni erano proprio visti come dei bruti primitivi e per questo vengono rappresentati vestiti di pelli e con armi rozze come ad esempio mazze ferrate. In questo caso la dolce Lamù ha ben poco di primitivo e rozzo, ha solo mantenuto la moda dei suoi simili.

… AGLI SPIETATI DEMONI DI “DEMON SLAYER”

Ben diversi sono invece gli oni che troviamo in 「鬼滅の刃」 “Demon Slayer” di Koyoharu Gotōge. A differenza della tenera Lamù, più che nello stile, si avvicinano al demone tradizionale per temperamento e aspetto. Infatti, l’aspetto brutale dei demoni si traduce in artigli, zanne e altre deformità fisiche. Prendiamo ad esempio la dolcissima Nezuko Kamado, sorella del protagonista Tanjiro Kamado. Per Nezuko, il problema delle zanne è stato risolto con un criticabile taglio di bambù, ma quello degli artigli è rimasto. Ed è proprio con gli artigli che combatte, in uno stile molto animalesco…come si addice ad un oni, insomma.

“Demon Slayer” ©Koyoharu Gotōge, edizione italiana a cura di Star Comics

Ma se Nezuko è protettiva e lascia uscire il suo lato demoniaco solo in situazioni di pericolo, non si può dire di tutti gli altri oni. Ad esempio l’imponente 黒死牟”Kokushibou“, che in questo caso ha più occhi che zanne. In più a differenza di altri suoi simili, maneggia un’arma raffinata quale la katana. Quindi le differenze tra i pacati oni in “Lamù” e i demoni agguerriti e feroci di “Demon Slayer” sono abissali nonostante il solito concetto di partenza.

Diversità a parte, sempre di oni si tratta. Proprio per questa loro natura spesso vengono raffigurati con il volto teso in un’espressione furiosa mentre brandiscono armi rudimentali.
Ci credeste che sono proprio gli esseri più irascibili ed intrattabili del folklore giapponese ad amare il teatro? E non finisce qui, perché gli oni sono anche quegli spiriti che accompagnano i giapponesi durante l’arrivo della primavera!
Non si direbbe, vero?

I DEMONI VANNO A TEATRO IN PRIMAVERA

Dovete sapere che per quanto spaventosi e rudi, gli oni hanno ispirato una tradizione importante nella cultura giapponese: si tratta del 節分 “setsubun“.

Un oni brucia dell’incenso durante il festival del 節分 setsubun.

La parola sestubun significa “divisione stagionale”, è una festività che segue il calendario lunare e si celebra agli inizi di febbraio in cui, secondo questo calendario, inizia la primavera. Ma gli oni in tutto questo cosa fanno?
Gli oni sono protagonisti di questa festività, ma in un modo molto particolare. Infatti durante il festival vengono cacciati dalla formula「鬼は外! 福は内!」che significa letteralmente “Fuori i demoni e dentro la fortuna!”. Che sia festeggiata nella propria casa o in un tempio, la tradizione vuole che si ripeta questa formula tirando manciate di fagioli arrostiti su un malcapitato che puntualmente calza un travestimento demoniaco.

Ma se a queste feste, viene sottratto tutto il divertimento agli oni, c’è sicuramente un posto in cui riescono sempre a riscattarsi. Stiamo parlando del teatro!
I demoni giapponesi non sono semplici spettatori, ma sono gli attori stessi.

Maschera in legno di Han’nya

Dovete sapere che quella teatrale è una delle più longeve arti giapponesi (le prime maschere risalgono al VII secolo!) ed uno dei teatri più in voga è il teatro 能 Noh. Durante le rappresentazioni Noh il copione prevede che gli attori indossino delle maschere, in particolare il protagonista dello spettacolo. Tra maschere di donne, uomini e valorosi samurai … si trovano le maschere di oni.
Come abbiamo già potuto notare con Lamù e Nezuko, non è raro che l’oni venga associato alla figura femminile ed è così anche nel teatro Noh. Per questo motivo la maschera più famosa è quella della demone 般若 Han’nyaSicuramente avrete visto i suoi lineamenti in qualche manga, anime e soprattutto in alcuni tatuaggi dallo stile “orientaleggiante” di cui è spesso il soggetto principale.

La maschera di Han’nya viene utilizzata per esprimere la furia e la gelosia femminile, poiché inizialmente Han’nya era un’umana innamorata. Guardava da lontano l’uomo che amava profondamente ed un giorno decise di seguirlo, ma quello che vide le spezzò il cuore perché l’uomo si trovava insieme ad un’altra donna. La gelosia la divorò e la portò ad entrare lentamente nello yuukai sotto forma di oni.

Il teatro Noh utilizza maschere di demoni proprio per la loro espressività, perché mostrano quanto siano reali la rabbia, l’invidia, la gelosia e la paura. I demoni rappresentano perfettamente le emozioni umane, quindi si può dire che ognuno di noi ha un po’ di oni dentro di sé …

またね!

– Giulia


FONTI WEB:

FONTI BIBLIOGRAFICHE:

  • “Maschere di donna”, Letteratura universale Marsilio, Enchi Fumiko
  • “Giappone”, National Geographic/Edizioni White Star

FONTI FOTOGRAFICHE:

  • https://www.mangaforever.net/wp-content/uploads/2020/09/urusei-yatsura-bluray.jpg
  • https://www.pinterest.it/pin/488781365786907678/
  • https://japanupclose.web-japan.org/culture/images/c20190201_2_ph01.jpg
  • https://assets.catawiki.nl/assets/2017/12/19/b/5/7/b575d407-36f6-484f-84b1-f8db22c1a4a4.jpg
  • https://bato.to/chapter/1394982