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10 Luglio 2022

Bentornati sotto i ciliegi! Prendete una lattina fresca e facciamoci una bevuta assieme, perché l’argomento di oggi sono – ebbene sì – le macchinette automatiche! いきましょう!

Immaginate questa scena: siete al lavoro o a scuola, e durante la pausa vi viene fame. Anche se siete il tipo che si prepara con qualcosa da sgranocchiare sempre nella borsa, oggi stavate facendo ritardo e non siete riusciti a prendere nulla prima di uscire. L’esistenza stessa del bar dall’altro lato della strada è un’oasi lontana e risulta praticamente irraggiungibile, dato che avete davvero troppo poco tempo libero e riuscite a vedere dalla finestra la calca creata da altre persone che hanno avuto la vostra stessa idea. In casi del genere, ci sono loro, sempre lì nell’angolo vicino le scale, che vi aspettano pazienti. Le macchinette per il cibo sono facilmente considerabili le migliori amiche (automatizzate) dell’uomo.

Ma in Giappone il legame è molto più forte: chiamate jidou hanbaiki 自動販売機 (lett.“macchine per la vendita automatizzata”), sono talmente comuni da trovare non solo in uffici ed università, ma anche agli angoli delle strade, che alcune stime riportano addirittura un numero medio di 40 esemplari per ogni abitante.

LA STORIA

Si hanno tracce della presenza di macchinette nel 1876: in questo caso parliamo di una macchina per pesare all’interno di una stanza per leggere i giornali a Ueno.
Alcuni datano la prima “vera” macchinetta giapponese a marzo 1888, quando a Shimonoseki l’artigiano Tawaraya Koshichi 俵谷高七 creò una macchina che dispensava tabacco automaticamente, e la fece brevettare per un periodo di 10 anni. La macchina differiva dai modelli proposti in precedenza per la capacità di riconoscere monete vere da monete contraffatte o false. L’invenzione fu considerata talmente geniale che venne addirittura esposta al National Industrial Exhibition di Tōkyō, riscuotendo un certo successo.
La prima macchinetta di cui invece siamo attualmente in possesso risale al 1904, ma è attribuita allo stesso creatore, ed è allo stesso tempo una casella postale, un timbro per lettere e un punto dove poter comprare cartoline.
Funzionava grazie all’applicazione del principio dietro le bambole karakuri (からくり人形) ed era abbastanza evoluta da riuscire a dare il resto e a mostrare i prezzi su un lettore.

La prima macchinetta usata per vendere bevande è una macchinetta per sakè che risale invece ad una finestra temporale tra il 1889 e il 1905 (data precisa non pervenuta, ma attribuita a quel periodo grazie al fatto che accetta un tipo di monete coniate solo in quegli anni).

Le macchinette iniziarono ad essere comuni negli anni ’20, ma è intorno agli anni ’50 che sono diventate davvero popolari.

LE MACCHINETTE DI OGGI

un esempio ispirato al manga Nonki na Tōsan (のんきな父さん).

Le macchinette giapponesi, al contrario del resto del mondo, amano l’ambiente esterno. In molti paesi, per prevenire furti o vandalismo, possiamo trovarne solo all’interno di edifici ben definiti (spesso uffici o sedi universitarie), mentre in Giappone si trovano spesso all’aperto, ai lati delle strade o nei parcheggi. A volte rimangono sole, ma altre volte si riuniscono in gruppi. Non hanno paura di venire attaccate, dato che il Giappone vanta uno dei tassi di criminalità in generale, e di vandalismo in questo caso specifico, più bassi al mondo. Le macchinette sono comunque, in modo preventivo, spesso e volentieri tenute d’occhio da un sistema di telecamere collegate direttamente con la sede di polizia più vicina.

Sì, questa è una macchinetta che serve latte art per 200 yen!

Le macchinette non vendono solo bibite o cibo: nonostante questa categoria sia la più popolare, è comune rimanere stupiti vedendo che ce ne siano letteralmente per ogni tipo di cosa. La seconda categoria più popolare è quella dei coin locker (armadietti a pagamento, trovati ad esempio nelle stazioni), ma ne esistono di svariati tipi: uova, ombrelli, libri, frutti di mare; chi più ne ha più ne metta!

Alcune di loro servono una doppia funzione: alcune fanno girare una ruota per avere la possibilità di vincere una seconda copia di ciò che hai preso (in genere bibite) gratuitamente. Altre macchinette invece sono state progettate per distribuire i beni di prima necessità nel caso di stati d’emergenza, come ad esempio un forte terremoto. Queste ultime sono anche capaci di trasmettere informazioni come aggiornamenti o vie d’uscita di sicurezza.

LE CONVIVENZE NELL’ECOSISTEMA GIAPPONESE

Nell’ambiente naturale dei convenience store コンビニエンスストア, o più comunemente detti conbini コンビニ, aperti 24 ore su 24, 7 giorni su 7, il connubio con le macchinette automatiche sembrerebbe logico, ma in realtà le due realtà si scontrano più di quanto possiamo immaginare: recentemente si sta registrando un calo di popolarità delle macchinette, a favore di servizi che in un conbini costano uguale o meno (è il caso dei caffè a 100 yen iniziati ad essere venduti nel 2017).
Inoltre, le macchinette sono state per lungo periodo causa di lamentele, sia per l’alto costo sulla bolletta elettrica (in particolare per le macchinette di bibite), che è stato ridotto negli anni grazie ad una costante ricerca per ottimizzare il costo elettrico senza mettere a discapito la capacità di refrigerazione; sia per il fatto che fino al 2008 non era richiesto documento d’identità per acquistare quei prodotti che invece lo richiedono, come alcool e sigarette. La richiesta è stata aggiunta in seguito alle richieste del pubblico.

 

Ed anche oggi siamo giunti alla fine di un lungo viaggio nella storia del Giappone, fino ai giorni d’oggi! La prossima volta che ci vedremo, parleremo di un anime particolarmente interessante per la sua sperimentalità, Mononoke, e dell’estetica dalla quale prende spunto!

じゃあね! Alla prossima!
– Mari 🌸


Fonti web:

https://www.japantimes.co.jp/life/2007/04/15/to-be-sorted/stroll-the-streets-of-vending-machine-heaven/

https://www.nippon.com/en/features/h00258/

Fonti bibliografiche:

Yoshihiro Higuchi, History of the Development of Beverage Vending Machine Technology in Japan, 国立科学博物館, 2017

Fonti immagini:

https://i.pinimg.com/originals/c1/e2/49/c1e249b1529dd05fde32a6c23300f5b9.jpg

https://www.allaboutlean.com/wp-content/uploads/2019/09/Karakuri-Ningyo-Mechanism.jpg

https://cuisinedocbox.com/docs-images/75/71482772/images/10-0.jpg

https://i.kinja-img.com/gawker-media/image/upload/c_fit,f_auto,g_center,pg_1,q_60,w_965/195ekx15ku3ntjpg.jpg

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Filed Under: Archivio, News Tagged With: cultura giapponese, distributori automatici, I ciliegi di Yoyogi, 代々木公園の桜

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